I Carabinieri della compagnia di Santo Stefano di Camastra hanno tratto in arresto, all’alba di oggi, 30 ottobre, 3 persone; di esse 2, padre e figlio entrambi residenti nel comune messinese, sono finiti ai domiciliari, il terzo è stato raggiunto da ordinanza di applicazione dell’obbligo di dimora nel comune di residenza; su di essi grava l’accusa di furto aggravato di rame nei cimiteri delle province di Messina e Palermo, dove si sono registrati casi di furto in modo sistematico di pluviali di scolo in rame, tutti asportati da numerose cappelle gentilizie.
Un altro indagato, residente a Palermo, è stato raggiunto da ordinanza degli arresti domiciliari per ricettazione.
In base all’ordinanza cautelare disposta dal GIP (Giudice per le Indagini Preliminari) Andrea La Spada, i fatti oggetto del procedimento hanno riguardato «… la densa sequela di furti di pluviali in rame (ed in un caso di bobine di cavi, sempre in rame, sottratte alla stazione ferroviaria di Santo Stefano di Camastra) perpetrati ai danni di numerosissime cappelle gentilizie allocate nei cimiteri di vari centri nebroidei e madoniti nell’arco temporale compreso tra i mesi di febbraio ed aprile 2024 ad opera variamente degli indagati».
Agli indagati è stata contestata, nello specifico, la commissione, sebbene non sempre nella stessa identica composizione, di ben 11 furti perpetrati all’interno di altrettanti cimiteri e di un unico furto commesso all’interno della stazione ferroviaria di Santo Stefano di Camastra, in un arco temporale complessivo di non più di 2 mesi.
I furti di rame si sono verificati nei cimiteri dei seguenti comuni:
- Sant’Agata di Militello (ME), in data 25/2/2024;
- Cefalù (PA), a fine febbraio 2024;
- Rocca di Capri Leone (ME), tra l’08/03/2024 ed il 10/03/2024;
- Capo d’Orlando (ME), nella prima decade del mese di marzo,
- Pollina (PA), in data del 10/03/2024 ed il 13/03/2024
- Santo Stefano di Camastra (ME), tra il 16/03/2024 ed il 18/03/2024;
- Castelbuono (PA), tra il 28/03/2024 e il 31/03/2024;
- Galati Mamertino (ME), in data 01/04/2024,
- Lascari (PA), tra il 02/04/2024 ed il 04/04/2024,
- San Salvatore di Fitalia (ME), in data 04/04/2024,
- Brolo (ME), in data 08/04/2024.
Nell’ordinanza disposta dal GIP, viene evidenziato, inoltre, la descrizione del modus operandi degli indagati che consisteva nell’individuazione di un cimitero isolato, privo di sistemi di videosorveglianza, poco illuminato, dove poter agire indisturbati nelle ore serali.
I dati della geolocalizzazione acquisiti hanno consentito di accertare come gli indagati si recassero presso i cimiteri comunali sempre nella fascia oraria ricompresa tra le 19.00 e le 24.00, rimanendovi non più di 2 ore.
Dalle attività investigative è emerso che gli indagati si intrufolavano nei cimiteri a volte scavalcando il muro di cinta, ed in altri casi adoperando delle scale opportunamente predisposte; in un caso addirittura i ladri hanno tagliato la rete di recinzione metallica per entrare nell’area cimiteriale servendosi di un veicolo.
Una volta all’interno dei cimiteri i ladri staccavano i pluviali di rame dalle cappelle gentilizie (nell’ordine di diverse decine per volta), li accartocciavano per poterli riporre agevolmente all’interno delle autovettura utilizzate per il trasporto del materiale (una Fiat Bravo oppure una Fiat Panda, quest’ultima presa a noleggio), avvicinavano il mezzo nei pressi del “bottino così lavorato”, successivamente telefonavano ad un ricettatore (individuato nel soggetto indagato di Palermo) dal quale si recavano per consegnare la refurtiva trafugata.
Nelle indagini si sono rivelate fondamentali le intercettazioni in cui i messaggi scambiati fra i ladri ed il loro complice risultavano molto eloquenti: “Tonino, in un’oretta son da te, va bene?” per avvisarlo del loro arrivo a Palermo.
Anche un altro elemento rilevato dall’ordinanza del GIP costituisce una prova della colpevolezza dei soggetti arrestati: un selfie inviato all’indagato per ricettazione da parte di uno degli accusati di furto, mentre si trovava, insieme al suo complice, a bordo di un’autovettura letteralmente stipata di pluviali di rame, tutti accuratamente accartocciati ed accatastati sui sedili posteriori del mezzo.
Il bottino realizzato consisteva, di volta in volta, in centinaia di metri di pluviali di rame, del peso di svariate centinaia di chilogrammi (fino anche a 500 chili per volta), per un valore (e correlativo danno) di diverse migliaia di euro.
Le indagini effettuate dai carabinieri Santo Stefano di Camastra, sono consistite in una serie di attività che hanno compreso: appostamenti, visione della riprese delle telecamere di sorveglianza ubicate in alcune vie limitrofe ai cimiteri, analisi del traffico storico dei dispositivi mobili usati dagli indagati e nella loro geo-localizzazione, analisi dei dati del traffico Telepass (transiti autostradali), ed analisi dei dati del sistema di monitoraggio satellitare (GPS) installato su una delle autovetture utilizzate.
Tutte le procedure appena descritte hanno consentito agli investigatori di ricostruire un quadro di gravità indiziaria a carico degli indagati in ordine ai reati che gli sono stati contestati.
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