Il processo contro una donna accusata di minacce e aggressione a una dottoressa del Pronto soccorso del Policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo si è chiuso con una condanna a 7 mesi di reclusione, pena sospesa. La sentenza è stata pronunciata dalla II sezione penale del Tribunale di Palermo. Oltre alla condanna, l’imputata dovrà risarcire i danni – da definirsi in sede civile – e coprire le spese processuali pari a 1.950 euro più IVA.
L’episodio nel 2017
L’episodio, avvenuto nel 2017, si è verificato mentre la dottoressa stava assistendo altri pazienti: l’imputata, impaziente di essere visitata, ha aggredito verbalmente e fisicamente la dottoressa, tentando di scavalcare la lista d’attesa. L’intervento tempestivo della vigilanza e dei Carabinieri ha messo fine all’aggressione, ma la dottoressa, rappresentata in aula dall’avvocato Lorenzo Bonaventura, ha riportato lesioni fisiche e un trauma psicologico significativo.
La sentenza
La sentenza è arrivata proprio due giorni prima dell’approvazione in Parlamento di nuove misure mirate a contrastare la violenza verso i professionisti sanitari, prevedendo, tra l’altro, l’arresto obbligatorio in flagranza e l’arresto differito in specifiche circostanze.
Le parole di Maria Grazia Furnari
“La condanna inflitta dal Tribunale di Palermo rappresenta un segnale importante – commenta la Direttrice Generale del Policlinico, Maria Grazia Furnari – per riaffermare il principio del rispetto verso chi ogni giorno è in prima linea per la salute pubblica e la necessità di proteggere gli operatori sanitari che, specie nelle strutture di emergenza, ogni giorno prestano servizio in situazioni spesso stressanti e delicate. È mia determinazione tutelare i dipendenti dell’Azienda ospedaliera universitaria con tutte le misure possibili, anche attraverso una maggiore sensibilizzazione sul tema della violenza negli ospedali e potenziando la sorveglianza nelle aree più a rischio”.